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La Perla Bresso – Pro Victoria Bianca Banco BPM 0-3

by Psydis
La Perla Bresso – Pro Victoria Bianca Banco BPM 0-3 (9/25, 12/25, 23/25)

La Pro Victoria questa settimana infligge una bruciante sconfitta 3-0 alle nostre giovani dragonesse. Bruciante perché abbiamo accarezzato il sogno di espugnare il terzo set e correre verso la rimonta. Era in preventivo che la partita sarebbe stata molto dura, ma è stato comunque bello cullare questa possibilità quasi inaspettata. Non è affatto scontata la possibilità di riuscire  mettere in crisi una società storica e d’eccellenza, addirittura promotrice del Consorzio Vero Volley.

Atleticamente il divario era sostanzialmente palese, quando hai contro giocatrici con altezze sopra la media, e uno sviluppo di forza altrettanto, un po’  bisogna arrendersi all’evidenza che le loro palle saranno esponenzialmente più pericolose in velocità e traiettoria lineare. Anche la componente situazione penso abbia giocato a loro favore, soppesando il gruppo eterogeneo con cui i coach hanno iniziato a lavorare in questa stagione. Probabilmente con un pizzico in più di fortuna e di esperienza, il terzo set sarebbe venuto a casa con noi.

Non ha assolutamente giocato in nostro favore neanche l’ingenuità arbitrale di fischiare un impossibile attacco di seconda linea del palleggiatore, sul 23-20, su una palla piazzata e già assegnata come ventiquattresimo punto. Ovviamente non è quello il motivo della sconfitta, ma per una squadra giovane super carica dal trend positivo, anche queste “perturbazioni” diventano letali. Soprattutto quando si somma al cambio palla anche il miglior giro in prima linea delle avversarie.

Concentrazione, disciplina e divertimento

Ho vissuto questa gara da spettatore, ma con fotocamera alla mano durante la partita e non durante il riscaldamento. A fine gara, nonostante a seguito della sconfitta fossero restie alla foto di gruppo, ho chiesto cortesemente di prestarsi a questo mio vezzo. Non so che ricordi abbiano loro di questo incontro, ma quel terzo set è stato qualcosa di straordinario che dovevo immortalare a bocce ferme.

Ciò che coach Francesco Benevoli ha sempre chiesto insistentemente durante gli allenamenti e gare era solo una: Concentrazione. E per venti e passa minuti tutto si è catalizzato lì, in nove metri per nove, tra incertezze, paure, errori ma finalmente con la voglia di vincere ad ogni costo ed il sorriso sulle labbra di chi ci crede.

E non solo in campo, sembrava di essere in una puntata di Dragon Ball dove metaforicamente i genitori alzavano le braccia al cielo per infondere forza nelle figlie. O si cristallizzava con la mamma di Eleonora Gullo che, con lei al servizio, si girava verso il muro quasi dovesse battere il rigore della finale mondiale e avesse paura di sapere il risultato.  Spoiler: non l’ha sbagliata!

Ebbene, la squadra che nonostante la sconfitta è riuscita a regalarci questo brivido, volevo che cappeggiasse sulla copertina di questo resoconto. Compatta e sorridente. Perchè la pallavolo è disciplina, ma soprattutto divertimento.

Come si sfiora un’impresa

Probabilmente sembrerà esagerata la mia disquisizione di qui sopra, ma da dietro l’obbiettivo fotografico si colgono e selezionano particolari che all’occhio nudo sfuggono. In primo luogo il numero di foto fatte durante le azioni di servizio o attacco danno un importante dato che freeza una piccola frazione di secondo. Lavori su duecento foto per selezionarne quella trentina da accomodare, scarti quelle errate, fai un secondo giro di scrematura e ti accorgi che hai fotografato tante azioni diverse di tante atlete.

Eppure qualcosa è ricorrente e si allinea a ciò che è stata la gara. E come ti aspettavi spicca il numero 13 di Gabriellini Eleonora, che hai visto correre su ogni pallone, che ha fatto un filotto incredibile al servizio e passato il muro avversario da seconda linea.

Ritrovi Giulia Bonalana dal servizio in salto, al palleggio ad un muro incisivo insieme a Gullo, oppure gli insidiosi gesti atletici di Sara Ruzzon e Alessandra Yudintseva. A contorno di tutto c’è comunque sempre Giorgia Biancon che non parte mai nella formazione ufficiale, ma entra ad arte per colpire come un cobra nel momento più opportuno.

Nelle retrovie trovi le atlete che pur non essendo riuscito a fotografare decentemente per vari motivi (piano focale in primis) hanno dato il loro contributo sostanziale, dal libero Asia Caruso che ha pagato per prima lo scotto del valore atletico della Pro Victoria dovendo gestire palle complesse, ad una Alice Perrucci sempre più conscia delle sue attitudini.

E di tutto non aspetti altro che arrivi la partita successiva, sperando che questa carica le abbia dato la consapevolezza che, con un po’ di disciplina, questa squadra può fare davvero grandi cose.

 

 

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