Ebbene si, mi sono convertito a 20.10 Groovy Gorilla in meno di una settimana! E non solo sul Raspberry, anche sul notebook aziendale dove permaneva da ottobre 2020 addirittura la Bionic18.04 LTS.
Novità di Groovy Gorilla
Basata sul kernel 5.8 di Linux, include nel proprio changelog novità come l’aggiornamento a Gnome 3.38, una migliore gestione della connessione WiFi, la compatibilità con lo standard USB 4, una riduzione del consumo energetico per i dispositivi PCIe-to-PCI e il supporto ai processori POWER10, Ice Lake, Tiger Lake e Zen 3. Ancora, Firefox passa alla release 81, LibreOffice alla 7.0.2 e Thunderbird alla 78.3.2. E ovviamente ha pieno supporto nativo dell’OpenJDK 11 con cui sto sviluppando attualmente.
In realtà poi, le due features che più mi interessano sono forse una banalità, ma nel mio caso si rivelano fondamentali:
- Essendo un’immagine ottimizzata per Raspberry ha il supporto software (facilmente installabile) di librerie per accesso alla GPIO,
- Riconosce al momento del boot monitor non Full HD o obsoleti, adattando la scheda video alla risoluzione senza intervento da parte esterna. Posso così usare la mia vecchia TV 42” come monitor in emergenza, senza la necessità di un piccolo monitor 3,5” o un monitor ulteriore sfruttando l’ingresso HDMI. Con le altre versioni occorreva l’intervento remoto ad ogni reboot per scalare la risoluzione.
X11Vnc e GitLab
Grazie ad una gestione più agevole, anche il server x11vnc funziona nettamente meglio, dando modo di utilizzare il desktop remoto in maniera fluida e senza colori alterati, sfruttando appieno le migliore sulla gestione Wi-Fi delle comunicazioni. Insomma speriamo che ad Aprile, data di rilascio dichiarata da Ubuntu per la nuova LTS, Groovy Gorilla diventi stable o venga rimpiazzata da una versione ancora migliore.
Al fine di usare il Raspberry al meglio, oltre alla connessione remota, ora è configurato anche con il nuovo repository personale GitLab. Poco meno di un anno fa iniziavo ad usare ed odiare Git, oggi addirittura mi sono creato il doppio profilo di lavoro, con chiavi SSH diverse per Oncode e progetti casalinghi. Ho iniziato anche a trasferire nel repository anche la parte di codice più interessante sviluppata dal project work ad oggi. Man mano inizierò poi ad usarlo per test ed app che devono girare sul Raspberry. Tutto sommato, anche questa è una forma di backup, oltre alla comodità di clonare dove voglio i progetti.
Cooming soon …
Prossimi passo per concludere l’ambiente di sviluppo portabile, installare e configurare Docker per creare dei container dedicati a vari servizi. Quasi sicuramente uno sarà dedicato a Docker e altri per vari tipi di database SQL e NO-SQL.