Home Digital WorldRaspberry Raspberry Pi 4 pronto all’assemblaggio!

Raspberry Pi 4 pronto all’assemblaggio!

by Psydis
Raspberry Pi 4

Dopo quasi ventiquattro ore l’inebriante fragranza di Raspberry Pi aleggia ancora per casa. Si è sprigionata appena scartati i vari pacchetti per iniziare l’assemblaggio della mio prossimo mini server multifunzione.

Ieri ho dato una veloce scorsa alle caratteristiche principali del micro-computer in se, sottolineando il pregi della scelta degli 8Gb di Ram e 64GB di storage su Micro SD, ma le due chicche extra devono ancora essere snocciolate!

Un volta che viene e alimentato e collegato via HDMI, come verrà protetto il Raspberry Pi? E nella scelta del case, quali sono stati i motivi per cui è stato scelto quel case specifico? E soprattutto, come accederò fisicamente al GPIO con il case montato?

GeeekPi Case

Tra tanti modelli in commercio la mia scelta è caduta su un modello modulare semi aperto. I layer sovrapposti assicurano una perfetta stabilità della scheda, evitando nel contempo un dispersione dell’aria immessa dalla ventola collegata al GPIO. Il kit è infatti dotato di un fan brushless dedicato al raffreddamento della scheda, grazie anche ai quattro heatsinks adesivi con pasta temoconduttiva. Le due aperture principali permettono l’accesso immediato al GPIO dall’altro e dal lato mediante cavi o header connector di supporto. La terza è una fessura adatta al cavo FFC 15 pin i moduli Camera per Raspberry Pi.

IDE Cable 40 Pin

Il secondo kit è l’insieme di quattro prodotti in sinergia tra loro. Il primo è il cavo maschio-femmina-maschio IDE da 40 Pin. Oltre a permettere il collegamento del GPIO direttamente sulla scheda, lo estende fuori da case permettendo un collegamento maschio, su cui è possibile collegare anche un touch-screen da 3.5”, e un’ulteriore uscita femmina per diversi usi, tra cui appunto il T-Cobbler.

Breadboard con DuPont

Una volta collegato il cavo IDE, occorre poter accedere ai pin ora coperti dal connettore. Qui entrano in gioco gi altri due pezzi forti del kit: un breadboard da 400 fori e 40 DuPont maschio-maschio per i cablaggi vari, tra cui anche la ventola del case altrimenti priva di alimentazione. Sicuramente avrebbero fatto molto più comodo dei ponticelli rigidi, nettamente più sicuri e performanti di quelli morbidi, ma per il prezzo irrisorio del kit sono più che accettabili.

T-Cobbler

E finalmente il pezzo forte del kit: il T-Cobbler. Il punto di giuntura tra GPIO e breadboard è lui. Montato a cavallo della linea centrale permette l’accesso a tutti e 40 pin del Raspberry Pi con più cavi, sfruttando i collegamenti paralleli della basetta e la possibilità di distribuzione laterale dei vari voltaggi a sensori, attuatori o componentistica elettronica. Ogni pin è opportunamente riportato sulla PCB per una una chiara ed efficace individuazione di quelli necessari al circuito da realizzare.

Ora non resta che assemblarlo, scegliere quale distro Linux utilizzare, caricarla sulla SD … e infine iniziare a configurarlo in base alle esigenze che inzieranno via via a nascere. Intanto si torna allo stage, ed a un progetto che che spero di riuscire a rendere utilizzabile anche su nuovo Raspberry!

 

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