In cucina, contrariamente che nel lavoro, ho sempre avuto un approccio molto teorico ancor prima che pratico. Sui computer e con gli apparecchi elettronici ‘smanettavo’ senza sapere cosa stavo facendo, cavandomela il più delle volte egregiamente. Mettermi ai fornelli mi rilassa e mi cambia così tanto che, se non ho un “metodo scientifico” che mi garantisca un risultato almeno soddisfacente, non inizio neppure a preparare la linea. La conseguenza naturale è sempre stata quella di documentarsi ogni volta su internet sulle diverse possibilità, scuole di pensiero o esperienze di chef stimati fino alla certezza di quale fosse il gusto mix di informazioni per realizzare una particolare ricetta o parte di essa. Questo modus operandi ha fatto si che non comprassi praticamente mai libri di cucina perchè, per tirare fuori una ricetta, avrei dovuto acquistarne cinque o sei almeno con cui confrontarla. Già non sopportavo le ricette-ciofeca su presunti blog di cucina dove facevano copia incolla (spesso sbagliati) di altre evidentemente errate o portali specializzati che ne raccoglievano altrettante senza fondamento (vedi Giallo Zafferano), immaginarsi comperare libri di pesudo-chef o raccolte a casaccio dove, oltre al danno alla salute, non ne avrebbe beneficiato neppure il portafoglio.
Eccezione fatta per qualche libretto a caso di ricettine etniche, soprattutto quelli del commercio equo-solidale dove ci sono quelle prettamente speziate dell’Africa, ho concesso giusto la chance a due libri di Luca Montersino per dei consigli mirati sulla pasticceria salata e dolcini studiati e uno con dei particolari piatti accattivanti di Gordon Ramsay dove non mi interessavano tanto le ricette in se, quanto l’approccio chimico e sensoriale ad alcune sfaccettature della loro tecnica e cucina. Non poteva naturalmente mancare il Grande Ricettario di Gualtiero Marchesi, ma lui è il Maestro e la mia piccola biblioteca lo reclamava!
Eppure una delle fonti più attendibili è sempre stata nel mio caso la La Cucina del Corriere della Sera, un portale molto versatile e ben strutturato, ricco di informazioni varie, di ricette, di video e curato magistralmente dalla giornalista e food editor Angela Frenda. In parte è anche un tuffo nel passato con lei, perchè il mio buon papà soleva leggere anni fa le sue notizie di cronaca politica sul Corriere con molto interesse e trasporto.
Scoprire che sarebbe uscito un libro in merito mi ha pertanto incuriosito ma, una volta sfogliato durante l’evento Cibo a Regola d’Arte, era chiaro che una copia sarebbe dovuta essere mia. Purtroppo è stato più complesso del previsto recuperarlo, infatti sono riuscito solo ieri a trovarlo finalmente in edicola, così non mi è stato possibile farmelo autografare ma conto alla prima occasione di rimediare.
Racconti di Cucina, ovvero ‘Le 80 Ricette perfette della cucina di casa‘, non ha bisogno di presentazioni varie; mantiene davvero quello che promette. Sono ricette autentiche, tradizionali, gustose, scenografiche … e soprattutto perfette. Perfette perchè non si nascondono dietro ai sofismi o alla sperimentazione, sono genuine e fanno riscoprire piatti all’apparenza banali rispetto all’attuale mondo culinario sottovuoto, centrifugato, estratto, scomposto, molecolare ma che, in linea con il tema della kermesse I piattti della memoria, affondano le radici in ricordi di gesti imparati solo vedendoli tante volte, gusti persi nei vecchi orti e fruttivendoli, momenti con le persone che hanno sempre insegnato a cucinare a tutti, se si aveva la voglia di ascoltare le loro storie: le nonne.
Dopo la breve introduzione si viene immersi in sei sezioni accuratamente studiate per non ricalcare un normale libro di cucina, infatti la separazione è netta, dalla cucina napoletana alle ricette delle grandi donne, dalle ricette speciali per le feste ai prelibati dessert, toccando infine ricette veloci ed infallibili per accontentare tutti senza spendere troppo tempo (nonostante ribadisca che per cucinare bene il tempo è un ingrediente fondamentale) e le preparazioni basi che rendono speciale la cucina casalinga.
Ogni sezione ha una prefazione di vita vera, di osservazioni e riflessioni sulla cucina e sugli affetti. Ogni ricetta è un ricordo, una ricerca interiore o un tributo a grandi cuoche che hanno reso unica la cucina mondiale femminile. Ogni foto è un tripudio di colori e ‘sapori’, sono talmente vere e ben congeniate che è come avere davvero i piatto sotto gli occhi e poterne gustare tutti gli aromi: una ricetta quotidiana come il Caffè alla napoletana nella Cuccumella diventa un’esplosione di profumi e sentori, eppure è una semplice pagina di un libro.
Racconti di Cucina è un libro di ricette vere e perfette, di piatti poveri, ricchi ed esotici, di gusti della memoria e di ricordi forti … il giusto connubio che mi rende orgoglioso della scelta di reinventarmi come cuoco nonostante l’età, di provare a dar seguito alle tradizioni della nonna, del nonno e della mamma … e chissà, un domani riuscire io stesso a trasmettere a nipoti o figli/e ciò che sono le mie memorie culinarie.